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I FARMACI utilizzati
NELLE TERAPIE SOTTOCUTE

Treprostinil

Il Treprostinil (Remodulin – Treprostinil) è un analogo della Prostaciclina, al pari dell’Epoprostenolo, ma rispetto a quest’ultimo ha sia una maggiore stabilità chimica, che permette di mantenerlo a temperatura ambiente già disciolto in una soluzione (rimane stabile anche per cinque anni), sia un’emivita più lunga (circa 4 ore) che garantisce la possibilità di somministrazione per via sottocutanea, ritenuta meno rischiosa e più maneggevole rispetto a quella endovenosa.

II Treprostinil dilata i vasi sanguigni dei polmoni, ritarda il processo di proliferazione cellulare e la progressione del danno a livello della parete dei vasi.

La sua azione incrementa la saturazione di ossigeno del sangue, aumenta la tolleranza all’esercizio fisico, migliora la funzione cardiaca, prolunga la sopravvivenza e migliora la qualità di vita di chi lo assume.

Il Treprostinil viene somministrato per via sottocutanea (ovvero sotto la pelle).
La sua erogazione viene effettuata tramite una piccola pompa a micro-infusione.
Il farmaco all’interno della siringa va sostituito ogni 3 giorni.

Il Treprostinil non richiede miscelazioni o preparazioni speciali, il liquido è commercializzato in fiale di vetro già pronte all’uso.

Iloprost

È un analogo stabile della Prostaciclina con una emivita di circa 50 minuti.

Questa sostanza, così come il Treprostinil, dilata i vasi sanguigni e contribuisce a rallentare la progressione della malattia prevenendo la vasocostrizione e l’ostruzione dei vasi, incrementa la saturazione di ossigeno e la gittata cardiaca, migliora la tolleranza all’esercizio fisico.

Apomorfina

L'apomorfina è un principio attivo in grado di esercitare una potente azione dopaminergica.

Grazie a questa sua particolare azione, l'apomorfina è impiegata nell'ambito della terapia farmacologica contro il morbo di Parkinson, per contrastare i disturbi del movimento, quando le terapie tradizionali (con levodopa) non risultano efficaci o sufficienti.

L'apomorfina è attualmente disponibile solo all'interno di medicinali da somministrare per via parenterale (infusione o iniezione sottocutanea) con indicazioni per il trattamento delle gravi difficoltà di movimento causate dal morbo di Parkinson.

Deferoxamina

La deferoxamina è un principio attivo appartenente alla classe dei farmaci noti come agenti ferrochelanti.

Il principio attivo, infatti, viene utilizzato per rimuovere l'eccesso di ferro e alluminio dall'organismo

L’accumulo di ferro può derivare da trasfusioni (emosiderosi trasfusionale), in particolare nelle seguenti patologie: talassemia maggiore, anemie congenite, anemia sideroblastica, anemia emolitica autoimmune.

Immunoglobuline

Le immunoglobuline per uso endovenoso (IVIG) e sottocutaneo (SCIG) sono utilizzate nel trattamento di numerose condizioni cliniche.

Preparate a partire dal plasma raccolto da diverse migliaia di donatori, le immunoglobuline prodotte per uso terapeutico consistono principalmente in IgG polivalenti.

Il trattamento sostitutivo con IgG è la terapia standard per i deficit primitivi di anticorpi ed ha lo scopo di sostituire gli anticorpi mancanti e quindi prevenire il verificarsi di infezioni.

La terapia sostituiva generalmente prevede la somministrazione di immunoglobuline al dosaggio di 400-600  mg/kg ogni 3-4 settimane.

Le immunoglobuline, come terapia immunomodulante, vengono utilizzate nel trattamento di diverse condizioni cliniche, dalla terapia delle malattie autoimmuni ed ematologiche al trattamento dei vari disordini neuroimmunologici.

L’utilizzo immunomodulante prevede generalmente una dose di 2g/kg di immunoglobuline al mese, la cui somministrazione viene effettuata suddividendo la dose in 1-5 giorni consecutivi.